Questo era Bryan Adams nel lontano 1984. Il Bryan Adams d' annata. Quando era ancora un grande rocker, un vero rocker. Genuino, ruspante ed efficace nel proporre un sound dalla scorza dura, basato sulla forza e l'essenza di un rock senza fronzoli, per nulla ricercato, ma perfetto per colpire al cuore gli ascoltatori trasportandoli in un viaggio di quasi 40 minuti di grande musica.
Un disco tosto, graffiante, composto da dieci pezzi tesi e tirati, per la maggior parte diventati hits di grande successo fino a trasportare il disco nell'Olimpo del Rock Radiofonico Americano anni 80 (lui è canadese), con 14 milioni circa di copie vendute in tutto il mondo.
Voce ferrosa, giacchetta di pelle nera, stivali da truzzo, capelli biondi ribelli e faccia segnata sono le coordinate del personaggio, che ha avuto l'onere di fare da colonna sonora alle mie vacanze estive nel 1991, quando al mare, perso tra le mie fantasie di adolescente tra le nuvole, tra un bagno e una partita a tennis, rimasi avvolto senza scampo tra le onde impetuose di questo disco.
L'album parte bene con la romantica e grintosa One Night Love Affairs, e arriva rapidamente ad un trio di canzoni killers: la celebre Run To You, Heaven, uno dei suoi pochi lenti davvero memorabili e Somebody, altro gran pezzo da stadio.
Il lato B si apre con il suo più grande successo, un capolavoro basato su due accordi che persino io riuscivo a suonare con la chitarra..Summer of 69, una inno generazionale, una canzone che parla di sogni di gioventù e della magia che solo l'estate può regalare con le sue illusioni e le sue dolci passioni.
Ma non è finita, ancora due pezzi duri e crudi: Kids wanna rock, la canzone più incazzata che parla di evasione e del potere liturgico della musica rock e la bella It's only Love con Tina Turner, riff accattivante e duetto tra due grandi voci del momento.
Anche dal vivo il ragazzo ci sapeva fare, lo vidi a Milano per ben quattro volte, e pur con tutti i limiti della sua musica, riusciva a regalare anche più di due ore di coinvolgimento e divertimento assoluti con una band impreziosita dagli assoli mirabolanti del chitarrista Keith Scott.
Peccato che dopo il successo planetario da record di Everything I do, I do it for you (proprio dell'autunno 91) Bryan ha dismesso progressivamente i panni del rocker duro e puro per dare un taglio più cantautoriale alle sue canzoni (nella sue intenzioni) ma decisamente lontano dai massimi creativi della sua ispirazione.
Ma ora godiamoci almeno una perla di questo disco, dedicata ai tanti detrattori dell'artista.
E al di là dei gusti, se si legge il suo profilo su Wikipedia si rimane impalliditi...
7 commenti:
Ciao Massimino, interessante è stato anche nei panni di attore , un po'perduto in questi ultimi tempi e sul palco , diciamocelo, non era malaccio... Sono nel tuo blog anche per dirti di passare dal mio perchè c'è una sorpresina per te , spero tu abbia il piacere di accettarla! Buon inizio giornata , amico mio!
Adoro questo disco! ce l'ho nella mia collezione di "perle del rock" ... mi ricorda un B. Adams molto + diretto e schietto...
per fortuna i dischi sono com i libri: spesso gli autori cambiano pelle (come per altro è giusto che sia), prendono direzioni che possono piacerci o meno, ma le loro opere restano a testimonianza di quel pregevole istante!
ps: bellissisma recensione! complimenti, a presto
Disco di grande impatto e indubbiamente il massimo livello raggiunto da questo frontman
dal punto di vista dell'ispirazione melodica.
Personalmente l'ho sempre collocato (lui e la band) su un piano simile a quello di Bon Jovi anche se con alcune differenze, e comunque Reckless è il disco che più me lo ha fatto amare e mi ha dato il la per conoscere gli altri suoi ottimi lavori.
A proposito della sua virata cantautoriale mi hai fatto tornare in mente di procurarmi Bare Bones, per quello che ho sentito sembra molto ben riuscito.
@Nella: grazie Nella. Come attore non lo ricordavo. Sicura di non confonderti con Bon Jovi? Bryan si cimenta bene nella fotografia. Cmq se hai tempo tra un mercatino ed un altro un ascolto a questo disco fallo.
@Alessandro: Concordo con l'istante, il momento e il periodo! E' giusto cambiare pelle ma bisognerebbe sempre essere in grado di farlo. Grazie a presto!
@Guido: concordo con te. Anche se ho letto con piacere in giro, che Into the fire è stato molto apprezzato dai fans. Secondo me, pur meno potente e trascinante di Reckless è un altro buon lavoro.
un saluto a tutti
Massimo
Sono un fan di vecchia data del rocker canadese,l'album in questione è sempre un vero piacere ascoltarlo e ri-ascoltarlo ogni volta,complimenti per la recensione,comunque posso garantire che il buon Bryan ancora oggi riesce ad'essere un vero rocker,molto sottovalutato dalla stampa in generale e dalla critica mai tenera con lui a differenza di altri artisti notevolmente sopravvalutati, basta vedere dal vivo un suo concerto nonostante oggi sono 52 i suoi anni ma riesce ad'essere un vero trascinatore,uno dei migliori secondo me,nella sua massima semplicità si apprezza tutto l'entusiasmo e l'amore che mette nei suoi concerti riesce annualmente a portare a termine oltre 120 concerti in tutto il mondo,unico dispiacere e che nel nostro paese sia poco considerato,in questi giorni è in tour in Francia,Olanda, Belgio Germania e Svizzera ovunque le date sono sold out,ancora oggi un vero rocker,meno spericolato,ma un rocker.
Luigi
Grande Luigi! Benvenuto!
Sulla sua attività Live concordo al 100% con te.
Non è il Boss ma ha cmq una gran carica, è molto comunicativo col pubblico, e soprattutto quando "pesta" come scaletta, risulta essere ancora molto divertente e piacevole. Come ho scritto nel post l'ho visto 4 volte, in realtà sono 5 in quanto devo contare anche il live con il grande Billy Joel al colosseo di Roma nel 2006.
Quando parlavo di "rocker" al passato, mi riferivo sopratutto ai dischi..l'ultimo valido secondo me è On a Day Like Today..e sono passati diversi anni..
un saluto e torna da queste parti
Massimo
Grande artista. L'ho seguito molto negli anni 80 e ho tutti i suoi album fino a quella "everithing you do" (forse la meno riuscita fra i suoi lenti) che ha segnato il suo apice ... e la sua ... vanishing.
Rock puro, energico, semplice e coinvolgente.
Bellissimo anche "Into the fire".
Nell'88 a San Siro io c'ero!
Fagoz
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