mercoledì 22 febbraio 2012

L' Editoriale: Oscurità ai Margini della Città

Fuori sulla strada..
i rumori aggrediscono i timpani come zanzare tigre in una serata estiva sul Delta del Po, frenesia nervosa nell'atmosfera che ruota intorno all'uomo che cammina sul marciapiede, aria opprimente, ruvida per l'olfatto...

Staccare un attimo, con un pò di anticipo rispetto al solito, una piccola evasione, una fuga ideale verso un microcosmo di silenzio e quiete sottile per schiarire il vortice efferato di pensieri.

Ma a Milano è difficile fuggire...non si può scappare da nessuna parte, non ci sono nascondigli facili dove trovare ristoro per il proprio spirito, per attaccare il cervello ad una bombola di ossigeno. Non c'è un fiume dove lavarsi via l'inquietudine che scorre soffocante nelle vene, un tempio solitario dove sedersi e raccogliere il filo contorto delle proprie riflessioni.

Milano ti spreme come un limone, ti sfrutta a pieno e sa che tu sfrutti lei, è un tacito accordo tra cinici opportunisti, un baratto di anime un pò perse o forse solo un pò confuse, in cerca della propria storia, ancora da scrivere.

L'inquietudine...è una timida e invisibile morsa che quando entra dentro non ti permette di liberare energia, ti inchioda immobile in un assordante silenzio interiore, ovatta mentale, scatola vuota dove si rimane per ore avvitati su stessi, incapaci di una decisione, di un movimento verso qualcosa, di urlare nello spazio infinito. Si puà ignorare, far finta che non ci sia, ma non funziona...

Le tenebre scendono seducenti su Milano, ancora una volta, come ogni giorno conquistano silenziose il palco senza clamore, fanno calare il sipario sulla paranoica frenesia diurna, danzano come allettanti meretrici intorno agli adepti, avvolgendo la loro mente ottenebrata attorno al desiderio di oblio, di annullamento di ogni freno, di ogni morale, di ogni scrupolo....libertà, esplosione di sensi, trasformazione e trascendenza.

Due passi a piedi, la follia gonfia le vele sul mare aperto della notte, l'uomo entra nei locali affollati e si concede alla confusione, si lancia nel vortice ancora una volta, in cerca di intuizioni, per dimenticare la rosa del sud, luce chiusa e soffocata nelle mille paure di una stanza molto lontano da qui.

Esce fuori, entra in un altro locale, due, tre, dieci posti diversi...stordimento e confusione, lucidità tagliente e riflessi che volano via...e ancora cammina nel cuore della metropoli, passi da gigante dentro le vie di un tempo, echi di un passato di nobiltà gloriosa camminano a fianco a lui, tra un'ombra e un'altra..e ancora una..
Cerca di recuperare quello spirito, di afferrare qualche segreto da tenere custodito gelosamente, di ascoltare le voci dei padri, risposte, consapevolezze...e un pò di verità..

La strada è persa, la vista è quella di un bimbo appena nato, stupore, sorpresa, voglia di scoprire..ma è tardi...è notte...l'oscurità è diventata l'unica madre e solo a lei si può chiedere dov'è la strada per tornare a casa...

--------------- ----------------- ------------ --------------- ------------- -----------
Metto le mani nella tasca del giubbotto, sembra profonda e c'è qualcosa dentro che non ricordavo di avere.. tiro fuori un foglio bianco che velocemente davanti ai miei occhi vacui si popola di parole nervose che scorrono velocemente una dopo l'altra e lo riempiono di stupore....appendo il foglio di carta scritto sul palo della luce in questa strada solitaria della mia città...volerà via...

Folle Magia della notte...la notte oscura, densa, dal fascino unico e inarrivabile che copre le sofferenze e la passione pulsante di questa Milano.

Io rimango qualche minuto all'incrocio di queste due strade, nel silenzio inquieto, immerso dentro l'oscurità ai margini della città.

A te logo

PS: la foto è la Città di notte di Petr Kratochvil

4 commenti:

Gaetano Lisco ha detto...

Per me che la conosco da dieci anni, anche se non bene, devo dire che Milano ha comunque un suo fascino unico, oserei dire quasi irresistibile. Forse si, è una città che ti spreme (ma perché noi l'abbiamo fatta così), ma ogni angolo è una scoperta, un asensazione. Vedi il palazzo ottocentesco e sullo sfondo un grattacielo ultramoderno che si staglia. A Milano, forse unica città in Italia dove mi è successo, respiro davvero davvero un'aria internazionale. E di città italiane ne ho girate tante.
Complimenti Max, gran bel pezzo.

guidaus ha detto...

La frenesia lascia il campo alle tenebre e quello fra le tenebre e l'inquietudine sembra essere un mix incendiario..
Il segreto di questa città sono i suoi forti contrasti. Non sono poche le persone che, magari dopo un po' di tempo, si rendono conto di non poterne fare a meno..è perché quei contrasti insospettabilmente si riproducono in noi stessi..

claps ha detto...

Lo sai che ti preferisco quando sei più scanzonato, ma indubbiamente questo è un post di spessore...quasi sprecato per un blog!
Riesci a rimanere al limite dello sfogo e a non rivelare crudamente le tue "inquietitudini" e fai bene.
Di Milano ognuno da un'interpretazione, ma tutti ne confermano il fascino. Non sono però d'accordo sul fatto che non si può fuggire. il bello di Milano è che ti permette di essere anche quello che non sei.

Massimo ha detto...

@Gaetano: un onore ricevere un tuo commento. Ne aspetto altri.
Hai ragione nelle tue considerazioni anche se "viverla" tutti i giorni è diverso. Alti e bassi. Ma è normale:)
@Guido: grande profondità e capacità di analisi di alcuni passaggi notevole..
@Cla: lo so ma sai che ci sono tante facce e anime che vivono dentro lo stesso involucro:)
Grazie cmq
Condivido il fascino, quando parlavo di fuga mi riferivo soprattutto alla sua aria, ai suoi rumori e ai suoi vizi. Non ci sono angoli veri dove "staccare"..a meno che non vogliamo considerare la montagnetta di San Siro...:)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...